Ogni anno, più di 350.000 nuovi casi di tumore del rene vengono diagnosticati nel mondo. L’incidenza della patologia (il termine che in medicina indica il numero di nuove diagnosi ogni anno) sta aumentando progressivamente, in particolare nei Paesi Occidentali, dove fattori predisponenti comportamentali (soprattutto fumo e obesità) e ambientali (in particolare sostanze inquinanti) stanno determinando un aumento del rischio di sviluppare la malattia. Numerosi aspetti di predisposizione genetica sono stati chiariti (ad esempio le mutazioni a carico di un gene chiamato VHL) anche se la maggior parte dei casi il tumore si sviluppa in assenza di ereditarietà familiare. La malattia colpisce sia gli uomini che le donne e soprattutto tra i 50 e i 70 anni di età, nonostante esistano molti casi diagnosticati anche in soggetti molto più giovani. Spesso il tumore al rene viene scoperto per caso, durante esami eseguiti per altri motivi (ad esempio una ecografia dell'addome) in assenza di sintomi evidenti. In questi casi la prognosi è generalmente molto buona con una guarigione completa dopo trattamento medico da parte dell'urologo. In un terzo circa dei casi, il tumore si identifica purtroppo per la presenza di sintomi (ad esempio dolore al fianco, sangue nelle urine, febbre di origine sconosciuta) che sono spesso secondari alla presenza di una malattia localmente avanzata o addirittura metastatica. In questi casi, la prognosi è purtroppo compromessa dalla presenza di una malattia molto più aggressiva.
Nel passato, nei casi in cui veniva riscontrata una "massa anomala" del rene, il paziente veniva sottoposto a interventi chirurgici demolitivi e invasivi che comportavano una grossa incisione addominale, la rimozione di tutto il rene e della ghiandola surrenalica (un piccolo organo che si trova sopra al rene e che è responsabile di produrre ormoni). Oggi giorno, i dati scientifici hanno ormai confermato che in molti casi si può intervenire rimuovendo solo la parte del rene malato oppure sottoporre il paziente a trattamenti alternativi (ad esempio bruciando o congelando il tumore per via percutanea, cioè inserendo un ago attraverso la cute). In alcuni casi particolari, il paziente può addirittura andare incontro alla semplice osservazione nel tempo poiché, soprattutto quando diagnosticati precocemente e di piccole dimensioni, le masse renali risultano spesso malattie benigne o a bassa aggressività.
Quando l'intervento diventa necessario, il miglioramento delle tecniche chirurgiche mini-invasive (soprattutto laparoscopia e chirurgia robotica) ha diminuito l’impatto delle terapie sul decorso post-operatorio e sulla qualità di vita nel lungo periodo. Infine, lo sviluppo di nuovi farmaci biologici e la loro integrazione con la terapia chirurgica stanno contribuendo a migliorare il controllo oncologico anche nei casi di malattie già metastatiche alla diagnosi.
In conclusione, oggigiorno il tumore del rene rappresenta uno di quegli esempi in medicina dove gli sforzi nella ricerca clinica e di base hanno permesso di fare passi da gigante, migliorando non solo la sopravvivenza degli ammalati ma anche la qualità di vita dei pazienti. Fondamentale è tuttavia condurre uno stile di vita sano e sottoporsi ai controlli medici periodici, specialmente nei soggetti a rischio (fumatori, ipertesi, sovrappeso, soggetti con familiarità positiva per patologia renale). Inoltre, mai sottovalutare i segnali del nostro corpo: in caso di comparsa di nuovi sintomi è consigliabile una valutazione del proprio medico di famiglia e una eventuale visita specialistica urologica nel caso si sospetti la presenza di una patologia renale.
Di seguito sono riportati alcuni degli articoli scientifici pubblicati dal dr. Capitanio nell'ambito del tumore del rene (Fonte: Pubmed-Scopus Agosto 2015):
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Capitanio U, Abdollah F, Matloob R, Suardi N, Castiglione F, Di Trapani E, Capogrosso P, Gallina A, Dell'Oglio P, Briganti A, Salonia A, Montorsi F, Bertini R. When to perform lymph node dissection in patients with renal cell carcinoma: a novel approach to the preoperative assessment of risk of lymph node invasion at surgery and of lymph node progression during follow-up. BJU Int. 2013 Jul;112(2):E59-66. doi: 10.1111/bju.12125. PubMed PMID: 23795799.
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